lunedì 29 luglio 2019

Una chiave di lettura del testo

Ringrazio tutti coloro che hanno acquistato una copia del mio libro, nel quale ho condensato anni di letture e di scrittura. Sono contento che la raccolta sia piaciuta alla professoressa Licia Baldi, che mi ha fatto un grande complimento definendo la mia poesia dotta, elitaria e attuale. Mi ha detto che dalle poesie si percepiscono le letture che mi hanno influenzato (Leopardi, Montale, ma anche Pascoli) e che le ho rielaborate con sentimento e originalità, dando vita ad una poesia attuale (attualità che non è affatto in contrasto con la tradizione latina e greca a cui ho fatto riferimento). Come scritto da Valentina Lupi, la raccolta spazia da tematiche esistenziali agli affetti familiari, da alcune poesie sociali e politiche ad altre filosofiche. Nonostante non abbia seguito una sola lex operis, posso definire lo stile di molte poesie prosaico (influenza dell'ultimo Montale e di Transumanar e organizzar di Pasolini), ma le parole che ho usato imprimono alle poesie un lirismo che ricorda il modo tradizionale di fare poesia, come ne La città eterna è crollata (influenzata dall'ode trentesima del terzo libro di Orazio, Exegi monumentum aere perennius). Altre poesie invece presentano altri stilemi, vicini alla poesia di Ungaretti.
Il titolo della raccolta è tratto dalla poesia A se stesso di Leopardi, appartenente al ciclo di Aspasia: è una traduzione del vanitas vanitatum biblico (Qoelet o Ecclesiaste). Ho pubblicato poesie scritte tra il 2013 e il 2017, nell'ottica pirandelliana (ripresa dallo psicologo Binet) per cui la poesia cristalizza il magma caotico della vita in forme che sono destinate a essere superate (Non ho risposte, pag 98). Non mi dilungo ulteriormente, anche perché non spetta a me fornire ulteriori chiavi di lettura della raccolta. 

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