venerdì 5 aprile 2019

Buonanotte Melbourne

Quanto è volgare,
istintivo, naturale,
piacevole e sacrosanto
cantare in inglese
improvvisando le parole,
non capendone il significato
ma ascoltare per puro
diletto: nessun artificio,
solo l’orecchio e il cervello:
se piaci e passi
non hai bisogno
di avere un senso.
E così avviene da sempre,
per sempre avverrà:
in cinese, arabo, russo
e chissà: francese, giapponese, tailandese
e chi più ne ha più ne metta:
non vi è limite alla fanciullezza
nella vita.
Poi studi e capisci,
una canzone che ti doveva trasmettere
un messaggio ti ha comunicato quello contrario:
ma chi sbaglia a interpretare?
Il ragazzino che non sa ma sente,
o il ragazzo che sa ma mente?

Da Gianluca Bisso, L'infinita vanità del tutto, 2019

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