domenica 21 aprile 2019

Agnello Bianco



Agnello bianco
sacrificato sull’altare
il viso bambino
volgi all’uccisore,
luce tra le tenebre,
chiarore nell’oscurità,
destinato a far risplendere
una piccola comunità
a nome dell’umanità
il giorno del giudizio a Giosafat.
Uomini folli e senza timore di Dio
in passato si paragonarono alla divinità:
primo fra molti colui che invano tentò
di creare la terra ove era il mare
e invano riuscì a
creare il mare ove era la terra
con un ponte e un canale, misfatto
che due amare sconfitte gli costò.
Agnello bianco
che con il tuo santo splendore
illumini la strada al Paradiso
ove sarà santo e glorificato
il sangue sparso quaggiù,
sull’altare i tuoi giorni non finirono.
Sull’altare si è compiuto il sacrificio,
sulla morte ha prevalso la vita.
Senza di te la morte è
il buio totale dell’universo
che ingloba il piccolo raggio di luce
facendolo perdere nei meandri
della sua immensità. Con te
il buio diventa dolce dimora,
non fa più paura perché
una luce è stata accesa:
come il bambino che teme il buio
solo in una stanza, vince la paura
con la conoscenza della verità:
non vi è buio dove vi è luce.
Adesso è parvenza di morte:
diventi simbolo di vita.

Da Gianluca Bisso, L'infinita vanità del tutto, 2019

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