mercoledì 13 febbraio 2019

Bel Ami

Bel Ami è un romanzo che dovrebbe essere letto e studiato da chiunque abbia ambizioni letterarie.

martedì 15 gennaio 2019

Verso quale Europa? Fuge quaerere

Quando parliamo di Europa pensiamo subito all’Unione Europea. La seconda scelta cade sul Consiglio d’Europa. In realtà l’Europa esiste da ben prima di questi ordinamenti, è un prius.

Affermare che dopo la Seconda guerra mondiale non ci sono state guerre fra paesi lato sensu europei, grazie all’istituzione delle Comunità antesignane dell’Unione, è storicamente falso. L’immagine della ragazza di Sarajevo che corre per fuggire dall’artiglieria delle truppe serbo-bosniache, opera di Mario Boccia (1993), ha fatto il giro del mondo. Dagli anni ‘60 ai ‘90 in Irlanda del Nord sono morte migliaia di persone in una insurrezione per la quale il governo inglese ha adottato delle misure antiterroristiche applicate anche in occasione dell’attentato di matrice islamica del 2005 nella metropolitana di Londra. Nondimeno, gli europei hanno riconosciuto il nocumento arrecato al Vecchio Continente dai due conflitti mondiali, ovvero la perdita della posizione di supremazia vantata da secoli.

giovedì 15 febbraio 2018

Insonnia

Necropoli di Pantàlica

Un soffio lieto d’alati
a verde lume discorde:
il mare nelle foglie.

lunedì 25 dicembre 2017

La poesia crepuscolare di Sergio Corazzini

Siamo all'inizio del Novecento, nei primissimi anni. Nel Bel Paese imperversa il dannunzianesimo, ma un gruppo di giovani poeti, tra cui Sergio Corazzini, segna un nuovo percorso artistico: il crepuscolarismo. Corazzini è un poeta destinato, erede in questo senso della tradizione tragica greca: fanciullo triste, come si definisce, costretto dalle circostanze a marcire nella povertà e a trascorrere l'adolescenza nella malattia, a soli ventuno anni muore di tisi. Nel suo stile prosastico e semplice affronta temi ricorrenti della corrente crepuscolare: la morte, il suicidio, la malattia, una vita monotona e piena di sofferenza. Nelle poche opere pubblicate dal 1904 al 1906 con la Tipografia Operaia Romana e in una postuma curata dagli amici, il giovane e tormentato poeta manifesta la sua rinuncia alla vita, sperimentando anche simbolismo e decadentismo. Non avrebbe potuto neanche immaginare che quelle poesie lo avrebbero consacrato come miglior poeta crepuscolare, ammirato, tra gli altri, da Antonia Pozzi.

Estratto paradigmatico della sua poetica dalla poesia Follie (Dolcezze, 1904)

per me non v’è più sole,
per me non v’è più cielo.

Io sono come avvolto         5
in un sogno, in un sogno
triste; io non agogno
più nulla; io non ascolto

più nulla. Il cuore trema
a volte, forte: io penso         10
che sia la fine, io penso
l’unione suprema.