lunedì 7 ottobre 2019

In difesa del liceo classico


In un convegno organizzato da una testata giornalistica online si è discusso sull'utilità del liceo classico, alcuni economisti ne hanno proposto l'abolizione.
Pensare che a scuola si debbano studiare solo materie "utili", cioè spendibili nel mondo del lavoro, e che si debba tagliare fuori tutto ciò che non sia suscettibile di una valutazione economica è profondamente sbagliato: il liceo classico serve proprio a forgiare quella forma mentis congeniale ad un mercato del lavoro mutevole e flessibile come quello attuale, per specializzarsi esistono le università; le lingue classiche insegnano la capacità di adattamento, la stessa che ha permesso al classicista Figalli di laurearsi in matematica alla Normale e di addottorarsi contemporaneamente presso la Normale di Pisa e presso l'École Normale Supérieure di Lione.
Nelle sue interviste, rilasciate all'indomani del conferimento della prestigiosa Medaglia Fields, ha più volte ribadito l'importanza della formazione liceale:
"La mia storia mostra che, se uno vuole, può tranquillamente dedicarsi alla matematica dopo gli studi classici. La cosa più importante del liceo è motivare gli studenti ed insegnare loro, oltre che le nozioni, anche un metodo di studio. Il liceo classico mi ha sicuramente trasmesso tutto questo" (intervista rilasciata a Vanity Fair).
Una testimonianza autorevole che dovrebbe rassicurare chi pensa che il latino e il greco antico siano nocivi.

Leggendo "Chi sogna nuovi gerani?" di Guareschi mi sono imbattuto in queste parole:
"Il latino è una delle cose più pulite che esistano al mondo. Leggendo un testo di latino non si troverà mai una parola più del necessario, una parola inutile. Non è vero che lo studio del latino non serva a nulla. E non è neppur vero che il latino sia una lingua morta. Il fatto che non lo si parli più ha un'importanza relativa: il latino è talmente vivo che, oggi, non esiste lingua parlata capace di esprimersi con tanta precisione e con così scarso numero di parole. Il latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del progresso, ma perché gli uomini nuovi non saranno più adeguati a essa. Quando inizierà l'era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà più servire e qualsiasi cafone potrà impunemente tenere un pubblico discorso e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo, e di gradevole effetto «sonoro», potrà parlare un'ora senza dire niente. Cosa impossibile col latino."

In conclusione:

A cosa serve studiare latino e greco antico nel 2019?
A non porre domande come questa, per esempio.

La sede del liceo classico Raffaello Foresi 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.