Nella lirica Dualismo, composta nel 1863 da Arrigo Boito, esponente di spicco della Scapigliatura milanese, inserita in apertura del Libro dei versi (1877), riecheggiano i versi del Purgatorio di Dante Alighieri, quando il poeta afferma di essere una creatura ibrida, multiforme, lacerata da una indissolubile dicotomia interiore, «librato/ fra un sogno di peccato/ e un sogno di virtù»:
farfalla o verme immondo,
sono un caduto chèrubo
dannato a errar sul mondo,
o un demone che sale,
affaticando l’ale,
verso un lontano ciel.
non v’accorgete voi che noi siam vermi
nati a formar l’angelica farfalla,
che vola a la giustizia senza schermi?
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