sabato 10 agosto 2024

I fratelli Karamazov

Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, 1880
Ivan Karamazov è ossessionato dalla questione dell’esistenza del male sulla terra; pensa con orrore alle violenze sessuali, alle torture, alle morti atroci inflitte a bambini piccoli, di cui è venuto a conoscenza frequentando l’ambiente dei tribunali, delle prigioni e leggendo articoli di cronaca. Il mondo gronda di lacrime di innocenti dalla crosta sino al suo nucleo. 
“Una bimbetta di cinque anni era venuta in odio al padre e alla madre, due funzionari stimatissimi, gente istruita e di mondo. […] i bambini amano tormentarli, e solo in questo senso li amano, dunque. È sicuramente la loro vulnerabilità a eccitare i carnefici, è la fiducia angelica del piccolo essere che non sa dove e da chi andare: questo accende il sangue lurido dell’aguzzino. Certamente, in ogni uomo si cela una belva: è la belva  dell’odio, la belva dei sensi eccitati dalle grida della vittima torturata, la belva che non conosce freni né catena, la belva dei malanni guadagnati con la depravazione: pellagra, epatiti e via dicendo. Insomma, quella povera bambina cinquenne subisce ogni serie di torture dai suoi cari genitori istruiti. La picchiano, la frustano, la prendono a calci senza motivo e riducono il suo corpo ad un unico livido; sino alla finezza suprema: le fanno passare notte al freddo e al gelo chiusa nella latrina, […] le spalmano i suoi stessi escrementi sul viso e la costringono a mangiarseli: sua madre, è la madre che glieli fa mangiare! quella stessa madre che riusciva a dormire la notte, nonostante i gemiti della povera creatura sottochiave in quel posto lurido! Lo capisci, quando un esserino che nemmeno comprende cosa le sta succedendo, chiusa fra il lerciume al freddo e al gelo, si batte il petto straziato col suo pugno minuscolo, piange lacrime di sangue, lacrime mansuete e senza astio, […] lo capisci tu quant’è assurdo, amico mio e fratello mio, mio dolce novizio del Signore, lo capisci tu a che serve e perché esiste una simile assurdità? Senza di essa, pare, l’uomo non potrebbe vivere su questa terra perché avrebbe la conoscenza del bene e del male. Ma perché dovrebbe conoscerli, questi accidenti di bene e di male, se il prezzo è questo? Tutta la conoscenza del mondo non vale le lacrime di quella bambina.”


Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov, Einaudi, Torino, 2023, traduzione di Claudia Zonghetti, pagine 310-311.

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