martedì 6 agosto 2024

Delitto e castigo

Fëdor Dostoevskij, Delitto e castigo, 1866
“io in generale non sostengo che la gente straordinaria debba immancabilmente e sia obbligata a commettere iniquità d’ogni genere, come dite voi. […] Più semplicemente alludevo al fatto che l’uomo straordinario ha il diritto… ovvero, non un diritto ufficiale, ma lui stesso è in possesso del diritto di permettere alla sua coscienza di superare… certi ostacoli, e questo solo nel caso che la realizzazione della sua idea (che alle volte può essere salvifica per l’intera umanità) lo esiga. […] Secondo me, se le scoperte di Keplero e Newton, a seguito di certe macchinazioni, non avessero potuto in alcun modo diventare note alla gente se non con il sacrificio di uno, dieci, cento e più uomini che ne avessero impedito la diffusione o che si fossero frapposti lungo i loro cammino in qualità di ostacoli, allora Newton avrebbe avuto il diritto, e sarebbe persino stato obbligato, a... togliere di mezzo questi dieci o cento uomini per render note le sue scoperte.” I benefattori e orientatori dell’umanità, da Licurgo e Solone a Napoleone, sono stati dei massacratori particolarmente terribili. 


Delitto e castigo, con il diario di Raskòl’nikov, Mondadori, Milano, 2021, traduzione di Serena Prina, pagine 290-291.

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