sabato 9 agosto 2025

Per i sentieri dove cresce l'erba

penso che son così poche le cose che durano nel tempo. Penso che pure le dinastie scompaiono e quanto c’è di più grandioso un giorno crollerà. Non c’è bisogno di vedere del pessimismo in questa riflessione, ma solo la consapevolezza di quanto la vita sia mutevole, fluida, dinamica. Tutto si muove in mille direzioni, tutto è vitale, e per uno che cade un altro ce n’è che si solleva, occupa spazio al mondo per un po’ e quindi muore. […] il tempo prende tutto e tutti. Un piccolo nome nel mondo, un ritratto, un busto, ecco quello che perderò.

Knut Hamsun, Per i sentieri dove cresce l’erba, Fazi Editore, Roma, 2014, pp. 22-23 e 62, traduzione di Maria Valeria D’Avino.

Per i sentieri dove cresce l’erba è un singolare romanzo autobiografico che inizia con il racconto della sottoposizione dell’autore agli arresti domiciliari, il giorno 26 maggio 1945, e termina con l’emissione della sentenza della sezione penale della Corte di Cassazione, nel giorno di San Giovanni del 1948. La narrazione combina la testimonianza in prima persona dello sviluppo del processo e considerazioni di stampo esistenziale; l’autore dimostra di avere contezza del significato degli atti processuali e delle loro conseguenze giuridiche.  
Knut Hamsun è anziano. Lo scrittore norvegese, vincitore del Premio Nobel nel 1920, ha inaugurato la sua brillante carriera letteraria nel 1890 con il romanzo Fame. Negli anni successivi Ernest Hemingway afferma che Hamsun gli ha insegnato a scrivere e Franz Kafka trae ispirazione dalle sue opere; John Fante prega Dio di non privarlo della compagnia dei suoi libri; Eugenio Montale lo considera degno erede di Ibsen e Bjørnson; Isaac Singer lo definisce, non a torto, padre della narrativa del XX secolo. Il processo lo vede accusato di collaborazionismo con il regime nazionalsocialista.

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