Prima edizione 1933 (Svizzera); seconda edizione 1934 (Parigi - Zurigo); 1947 (Roma); 1949 (edizione definitiva).
Fontamara è un romanzo di denuncia sociale che ha faticato enormemente ad essere preso in considerazione dalla critica italiana. Dopo la, scontata, censura fascista, infatti, Silone ha dovuto subire l’opera di boicottaggio dei democristiani e dei membri del del Partito Comunista Italiano, che lo stesso autore aveva contribuito a fondare. Così, mentre veniva tradotto in ventisette lingue, in Italia il romanzo più celebre di Silone è rimasto nell’ombra fino al 1965, nonostante ne avessero parlato figure di spicco quali il filosofo socialista Bertrand Russell e Trockij. Parlare della fortuna di Silone significa anzitutto ricordare la codardia degli intellettuali italiani.
Come ha scritto Carlo Bo:
“Da una parte c’era un intellettuale che non
aveva mai tradito la sua verità o menomato la sua coscienza, dall’altra c’era
una schiera di intellettuali senza alcuna esperienza di vita, totalmente ignari
della politica mondiale […] Ci fu un tempo che era d’obbligo insultarlo o
irriderlo. Quel tempo è passato ma le colpe della nostra sordità e della nostra
viltà non sono state cancellate, non lo saranno neppure dopo. Quello spirito
diverso che veniva identificato in un “pidocchio” è stato uno dei pochi maestri
veri della nostra penultima storia”.
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