domenica 20 giugno 2021

Dichiarazione di intenti


Ormai ho smesso di chiedermi cosa debba fare per vendere di più. All'inizio me la prendevo molto, poi ho capito che me ne devo fregare di cosa va di moda e piace al mercato editoriale: ho pubblicato dei libri che piacciono a me e con i quali ho cercato di fare letteratura, riversando anni di letture e sperimentazioni stilistiche e formali. La cultura, l'arte, il libro non possono essere ridotti ad un prodotto commerciale qualsiasi, nonostante il mondo del libro sia vincolato all'idea del successo e dei profitti; interessa l'autore e non ciò che ha scritto. 
Quello che conta invece è creare qualcosa di originale ed elitario, non per un pubblico di predestinati, ma di amanti della letteratura e della complessità. Se a qualcuno non va bene e pretende di fare scuola con prodotti spazzatura, a me non interessa. Poi, certo, ci rimango male se il pubblico non accetta le sfide e diventa coprofago, ma non è più un problema mio.

Vengono proposti e pubblicati talmente tanti libri che promuoverli diventa l'imperativo categorico seguito da quasi tutti. Io sarei anche disposto ad usare social e tv per veicolare i miei messaggi, ma il mio scopo  è solo  diffondere ciò che scrivo, quindi il mezzo non deve incidere sul fine, come spesso accade, purtroppo, a causa dei rapporti di convenienza e di una serie di meccanismi da sempre esistenti: è proprio la natura dell'uomo a fare schifo. 

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