lunedì 23 settembre 2024

Piccolo mondo antico

Antonio Fogazzaro, Piccolo mondo antico, 1895.

Luisa, protagonista di Piccolo mondo antico (1895), il romanzo-capolavoro di Antonio Fogazzaro, lacerata nell’animo in seguito alla morte per affogamento della sua bambina, Maria, rifiuta la via della consolazione religiosa per lenire il dolore. Al curato, certo che la bambina sia nella schiera degli angeli, Luisa, ribatte, in dialetto, che non ci crede affatto al suo Paradiso: “L’à capii che ghe credi minga, mi, al So Paradis. El me Paradis l’è chì!”.
Tutte le sue idee religiose, la sua fede nell’esistenza di Dio, il suo scetticismo circa la immortalità dell’anima tendevano a capovolgersi. […] Se realmente esisteva una Intelligenza, una Volontà, una Forza padrona degli uomini e delle cose, la mostruosa colpa era sua. […] Stupida lei che aveva prima creduto nella Giustizia Divina! Non v’era Giustizia Divina […] Ah s’egli esisteva, meglio che Maria fosse tutta lì, in quel corpo, meglio che nessuna parte di lei cadesse, sopravvissuta, nelle mani della sua Onnipotenza malvagia!
Ma era possibile dubitare che quest’orribile Iddio esistesse. E se non esistesse si potrebbe desiderare che una parte dell’essere umano continuasse a vivere, non miracolosamente ma naturalmente, oltre la tomba. Ciò era forse più facile a concepire, che la esistenza di un tiranno invisibile, di un Creatore feroce contro le proprie creature. Meglio la signoria della Natura senza Dio, meglio un padrone cieco ma non nemico, non deliberatamente cattivo.

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