Si potrebbe andare tutti in Belgio nelle miniere
Vengo anch'io? No, tu no!
a provare che succede se scoppia il grisù
venir fuori bei cadaveri con gli ascensori
fatti su nella bandiera del tricolor.
(Dario Fo; Enzo Jannacci; Fiorenzo Fiorentini)
(Dario Fo; Enzo Jannacci; Fiorenzo Fiorentini)
L'8 agosto del 1956 136 minatori italiani morivano in Belgio, mentre estraevano il carbone a Marcinelle. Un popolo di oppressi, partiti senza avere niente, con la speranza di trovare un lavoro dignitoso, immessi nel circuito dello sfruttamento della manodopera a basso costo, senza alcuna garanzia e senza misure a salvaguardia della loro sicurezza. Molti si ammalarono di pneumoconiosi per le polveri respirate a centinaia di metri sotto terra, altri soffrirono di tumori alla pelle per l'esposizione al forte sole australiano mentre raccoglievano le messi.
All'inizio degli anni '60 a Norimberga su diciassettemila operai stranieri cinquemila seicento erano italiani. Nel 1963 l'opinione pubblica reagì con indignazione all'esposizione di un' insegna recante un divieto di ingresso agli italiani. Le due donne proprietarie del locale, un bar, si giustificarono alla stampa (memorabile l'intervista conservata nelle teche Rai) accusando gli immigrati italiani di essere tutti delinquenti dal coltello facile, elementi di disturbo per gli avventori autoctoni.
I nostri connazionali, emigrati durante il periodo della tristemente famosa diaspora, vivevano nei quartieri più poveri, in contesti di estrema emarginazione, disprezzati e trattati come bestie. Ben ottantacinque milioni di persone discendono da antenati italiani e hanno visto l'Italia solo nelle carte geografiche. Il 62,5 percento degli argentini, 1/3 degli uruguaiani, 32 milioni di brasiliani, 17 milioni e 250 mila statunitensi sono oriundi d'Italia. I flussi migratori in uscita dall'Italia non sono stati considerati come una perdita di popolo dai politici italiani dell'epoca, come un'emorragia da contenere. Sono intervenuti con timide proteste diplomatiche quando si scoprì che alcuni fazendeiros brasiliani li tenevano incatenati i contadini italiani e li frustavano come usavano fare con gli schiavi. A parte questo, l'indifferenza più totale.
Il più grande linciaggio pubblico di immigrati mai avvenuto negli Stati Uniti fu a danno di italiani. A New Orleans, nel 1891: 11 morti. Dovremmo ricordarcelo, quando ci propinano la storiella dell'homo novus andato oltreoceano a fare successo.
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