domenica 23 luglio 2023

Le particelle elementari

Recensioni d’autore.
“Le particelle elementari” di Michel Houllebecq è un romanzo incentrato sulla storia personale e familiare del biologo molecolare Michel Djerzinski, infelice nonostante il raggiungimento dell’apogeo della propria vita professionale. Non solo infelice, ma in lui c'è “qualcosa di devastato, di totalmente annientato” (pag. 354).
La vita di Michel viene raccontata con cinismo e asetticità, alternando momenti narrativi, considerazioni filosofiche e spazi di divulgazione scientifica. L’idea che l’autore vuole trasmettere è quella della continuità tra la descrizione del funzionamento dell’universo e la cruda analisi dello svolgimento dell’esistenza umana, simile ad una catena di montaggio, governata da un rigido determinismo che non lascia spazio alla nozione di libertà. A inizio capitolo Houllebecq cita spesso Auguste Comte, il padre del positivismo.
Houllebecq ribadisce la propria critica all’ipocrisia insita nella rivoluzione dei costumi e nell’abbandono dei valori giudaico cristiani, che si collocano solo formalmente in una prospettiva di contestazione del capitalismo. Nella sostanza le tendenze edonistiche e individualiste hanno introdotto subdolamente la competizione, il materialismo e il liberalismo economico anche nell’ambito della sfera sessuale e sentimentale (concetto formulato per la prima volta nel volume “Estensione del dominio della lotta”), erodendo l’ultimo spazio di resistenza del comunismo primitivo, il nucleo familiare.
I giovani alla ricerca di nuovi valori spirituali, aggregati in comunità di hippies, sono considerati dei coglioni dallo stresso Di Meola, italo americano a capo di un movimento  che ha fondato al solo scopo di adescare giovani ragazze e per plagiare i propri seguaci, del tutto ignari della sua scarsa sensibilità artistica e povertà intellettuale, oltre che umana. Nella seconda parte del romanzo viene approfondita la conoscenza del Luogo del Cambiamento, un’impresa  che propone corsi New Age di meditazione sui chakra, sulle energie sottili, sui tarocchi egizi, sulla mistica esotica e altre fregnacce simili. Il culto della violenza e la celebrazione dello spirito dionisiaco sono viste come naturali evoluzioni del superamento di ogni etica. Il figlio di Di Meola prosegue l’attività del padre e diventa assassino seriale.
Lo stile di vita libertino della madre esercita un’influenza negativa sulle vite di Michel e del fratello maggiore Bruno, abbandonati a loro stessi. Non c’è niente di più conformista che traversi da ribelle con i soldi degli altri, escludendo dal gruppo i veri reietti, ossia Bruno e Michel, costretti a sopravvivere nell’ambiente più tossico, la società della post globalizzazione.  
Che si condividano o meno le tesi propugnate dal celebre romanziere francese, spesso infarcite da espressioni volgari e affermazioni provocatorie, non si può negare l’indubbio fascino esercitato da un autore imbevuto di filosofia nichilista ed esistenzialista. Houllebecq riesce a calare il lettore nella voragine esistenziale del protagonista e dei personaggi secondari, dando prova di essere un autentico cantore della inutilità dell’esistenza. L’unico rimedio ai problemi dell’umanità è l’estinzione e la contestuale sostituzione della specie con un oltreuomo asessuato ed eterno, resa possibile dalla felice intuizione scientifica di Michel e dall’opera di propaganda di Hunczejak. 

pagina 137