lunedì 1 maggio 2023

Londra 2014

 

La poesia apre la raccolta L'infinita vanità del tutto, Eretica Edizioni, Buccino, 2022. 
Riporto il commento inserito nella seconda edizione della silloge. 
Omaggio a “London”, poesia di William Blake presente in “Songs of Experience”, 1794.
Non credo che la poesia possa cambiare la società. Questo perché solo una percentuale infinitesimale della popolazione la legge. E quando si legge poesia, si preferiscono i sentimenti universali: di Neruda, poeta impegnato, si conoscono principalmente i canti d’amore; Majakovskij, che ha cercato di essere il cantore dell’Unione Sovietica, per poi morire suicida (probabilmente costretto dai servizi segreti), è un poeta di nicchia. Questo vale anche per Pound, per citare un poeta di destra, che ha subito, mutatis mutandis, la stessa sorte di Neruda.
Però nel momento in cui un poeta rappresenta la propria comunità, cercando di elevare la quotidianità e le emozioni, svolge pur sempre una funzione politica, nel senso alto e lato del termine. William Blake ha offerto ritratti vividi e mai banali della società del suo tempo. Torino è stata la città in cui ha preso le mosse lo sviluppo industriale dell’intero paese, rappresentando per l’Italia quello che ha rappresentato Londra per il Regno Unito.
Questa poesia è dedicata agli sfruttati di ieri e di oggi, di ogni dove. I cuori fragili che sono andati in frantumi sono quelli colpiti a mitragliate a Portella della Ginestra, una pagina oscura della storia recente del nostro paese che mi ha spinto a rompere il silenzio per ricordare quei tragici momenti, gli spari su una folla inerme di contadini.
Le urla soffocate degli operai e delle operaie del Bangladesh si distinguono dalle altre per la circostanza che in quel paese diverse società si sono rese responsabili di gravi violazioni dei loro diritti fondamentali. Nello specifico, ho cominciato a scrivere “Londra 2014” poco dopo il crollo del Rana Plaza (24 aprile 2013), una fabbrica della periferia di Dacca. Nonostante l’ordine di evacuazione del 23 aprile, emesso in ragione di vistose crepe nell’edificio abusivo di 8 piani, i proprietari delle industrie tessili obbligarono i lavoratori a presentarsi in fabbrica il giorno dopo: il bilancio è stato di 1129 morti e oltre 2500 feriti.